Norme redazionali per l’invio di libri di NARRATIVA

Vuoi vedere il tuo libro di narrativa pubblicato? Inviare il proprio lavoro a FFF è facilissimo ma tuttavia è necessario precisare alcune linee guida per inviarci correttamente il tuo materiale.

In questo articolo, ti illustreremo le norme redazionali di base per inviare il tuo lavoro e partecipare al progetto FFF.

Ci teniamo a premettere che non verranno prese in considerazione le proposte inviate per posta in formato cartaceo.

Norme redazionali di carattere generale:

Non inviare materiali tramite wetransfer o simili.

L’opera dovrà essere in formato .doc o .docx.

Invia nella stessa mail una biografia di min 400 caratteri max 650 (spazi inclusi), rigorosamente scritta in terza persona.

Si consiglia di scrivere, in un file a parte, le vostre precedenti pubblicazioni (se presenti) e altre indicazioni che reputate importanti, ma che non avete inserito nella biografia.

Suggeriamo, inoltre, di indicare, se lo avete, il vostro sito internet, il vostro blog o i vostri profili social.

È necessario inviare una sinossi dell’opera, può variare da un min di 3.500 caratteri a un max di 6.000 (spazi inclusi). La sinossi deve comprendere i colpi di scena più importanti e il finale della tua storia, non verrà letta dal pubblico, ma serve alla nostra redazione per farsi un’idea completa della trama. L’importante è che sia chiara e fluente.

Tutti i documenti richiesti andranno allegati in un’unica mail, di grandezza non superiore a 20 MB.

Norme di carattere tecnico:

Si usa il corsivo per:

  • I titoli di libri italiani e stranieri, le testate di quotidiani e i periodici.
  • I titoli di opere d’arte, di film e di programmi televisivi.
  • Le onomatopee.
  • Le parole straniere non di uso comune.
  • Le parole da mettere in rilievo.
  • In un testo tutto corsivo, vanno lasciate in tondo tutte le parole la cui grafia sarebbe normalmente in corsivo.
  • Si usa il corsivo anche per scrivere i pensieri dei personaggi. 
  • La narrazione in prima persona è già intesa come un pensiero, sia che sia al tempo presente, sia al passato. Di conseguenza non richiede l’uso del corsivo.

dialoghi: 

I dialoghi vanno sempre inseriti fra virgolette basse (« »).

Quando si cambia interlocutore, ogni battuta di dialogo va ad un capoverso nuovo.

La punteggiatura all’interno dei dialoghi:

Quando il dialogo è retto dal verbum dicendi non è necessario mettere il punto, tranne nei casi in cui il dialogo finisca con un punto interrogativo o esclamativo.

Il verbum dicendi dopo il dialogo va sempre minuscolo.

Es.: «Chi te lo ha detto?» chiese.

«Sì, lo farò» disse Giulio. 

 

Quando il verbum dicendi precede il dialogo, il punto va inserito esternamente e il dialogo comincia con la lettera maiuscola.

Es.: Antonio rispose: «Sì, lo porterò io». 

 

Quando il dialogo è spezzato dal verbum dicendi, il punto va all’interno del dialogo e la seconda parte del dialogo comincia con la lettera minuscola. Si può anche mettere una virgola dopo il verbum dicendi, per evidenziare una pausa: 

Es.:«Credo che rimarrò qui» disse «se ti fa piacere.»

«Inoltre» disse Giulio, «credo dia il caso di andare.»

 

Quando il verbum dicendi è tra due dialoghi indipendenti, anche se a parlare è la stessa persona, il secondo dialogo inizia con la lettera maiuscola e il punto è all’interno delle virgolette basse.

Es.: «Lo farò io» rispose. «Non dovrebbe essere difficle.»

 

Quando non c’è il verbum dicendi, il punto va all’interno del dialogo. 

Es.:  «Sono andato a prenderlo io.»

L’uso delle lettere maiuscole:

In linea di massima si consiglia l’uso delle maiuscole, oltre che per nomi propri e per le parole che seguono un punto fermo, anche per i seguenti casi da prendere come una lista esemplificativa:

  • Soprannomi e pseudonimi: Filippo il Bello, Lorenzo il Magnifico, ecc.
  • Denominazioni antonomastiche: il Sommo Poeta, il Maligno, ecc.
  • Aggettivi sostantivati che indicano territori: il Bellunese, il Napoletano, ecc.
  • Nomi geografici costituiti da due sostantivi o da un sostantivo e un aggettivo in funzione di nomi propri: il Lago di Garda, il Golfo Persico, l’Oceano Pacifico, l’Australia Occidentale, il Fiume Giallo, il Monte Bianco, ecc.
  • Nomi di secoli, età, periodi storici: il Secolo dei Lumi, il Medioevo, il Rinascimento, il Novecento, ecc.
  • Il primo termine delle denominazioni ufficiali di partiti, associazioni, enti, organismi istituzionali, ecc.: Democrazia cristiana, Corte dei conti, Camera dei deputati, ecc.
  • Nomi dei periodi geologici e preistorici: il Cambriano, il Paleolitico, ecc.
  • Titoli, cariche e gradi, quando facciano parte integrante del nome (Re Artù, il Presidente de Brosses) o quando abbiano una particolare connotazione di sacralità, autorevolezza, ecc. (il Gran Sacerdote).
  • Titoli stranieri: Sir John, Lord, Lady, Frau, Don, ecc.
  • Nomi di edifici e monumenti: la Torre Eiffel, il Colosseo, la Casa Bianca, San Marco, ecc.
  • Nomi di popolazioni ed etnie tutto minuscolo, sia che siano “storiche” sia che siano attuali:
  • goti, visigoti, mori, franchi; tedeschi, francesi, arabi, ecc.
  • I punti cardinali vanno scritti in minuscolo quando indicano il punto cardinale senza altra specificazione o quando indicano una localizzazione geografica relativa, in maiuscolo quando indicano una localizzazione “assoluta”: La bussola indica il nord magnetico, Fiumicino si trova a est di Roma, il Sud del mondo, ecc.
  • Sempre minuscolo i nomi che si riferiscono a gruppi religiosi: cristiani, musulmani, ebrei, indù, cattolici, protestanti, anglicani, ecc.
  • In minuscolo anche le religioni: cristianesimo, islam, induismo, ecc.
  • In minuscolo «san» e simili, quando si riferiscono ai personaggi, in maiuscolo quando sono riferiti a un luogo o a una costruzione: santa Caterina, san Francesco, chiesa di San Francesco, ecc.

I NUMERI:

Di solito i numeri vanno in lettere, l’importante è adottare una metodologia e portala avanti per tutta l’opera.

LE D EUFONICHE:

Anche se nel parlato capita spesso di usare le d eufoniche per collegare le preposizioni con parole che iniziano con vocale, nel testo è consigliato usarle solo in alcuni casi. Vanno mantenute le d eufoniche quando c’è incontro tra vocali uguali (ed era andato) ed eliminate invece tra vocali diverse (e aveva comprato il pane).

IL TRATTINO BREVE (-): 

Il trattino breve serve a unire vari elementi linguistici:

  • due aggettivi in un composto (afro-cubano, dolce-amaro, ecc.)
  • due nomi indicanti una relazione (le trattative governo-sindacati)
  • formanti un composto (porta-finestra, carro-botte)
  • un prefisso o un prefissoide a un’altra parola (maxi-schermo). 

Il trattino breve non è preceduto né seguito da spazi.

ATTENTI ALLE SVISTE:

Anche se l’opera, una volta superato lo step del crowdfunding, verrà sopposta ad una accurata correzione, è importante fare attenzione a errori di battitura o sviste, ricontrollare quindi il testo con attenzione, facendo caso a questi dettagli:

  • Gli accenti sulle lettere maiuscole non devono mai essere apostrofi:

È arrivato ieri (non E’ arrivato ieri)

LIBERTÀ (non LIBERTA’)

  • Bisogna usare gli apostrofi invece in questi casi:

da’ (imperativo di “dare”),

be’ (troncamento di “bene”),

fa’ (imperativo di “fare”),

mo’ (troncamento di “modo”),

sta’ (imperativo di “stare”),

po’ (troncamento di “poco”),

va’ (imperativo di “andare”)

  • Non vogliono l’apostrofo tale e quale dinanzi a vocale:

un tal uomo, qual è, qual era, qual amico, qual audacia. 

  • Fare attenzione anche alla doppia spaziatura tra le parole.

Infine ci teniamo a sottolineare che ti ricontatteremo, sia se reputeremo la tua opera idonea per il progetto FFF, sia in caso di valutazione negativa. 

Ora non ti resta che proporci la tua raccolta!

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